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Marciumi radicali delle piante in vaso: come prevenire e affrontare il problema

Quello dei marciumi radicali delle piante in vaso è un problema tipico di questo periodo, in cui il caldo inizia ad aumentare e le innaffiature crescono di pari passo. Ma se avete esagerato con l’irrigazione e le vostre piante sono zuppe, niente paura: ecco cosa dovete fare!

MARCIUMI RADICALI DELLE PIANTE IN VASO: PERCHÉ SONO UN PROBLEMA

L’eccesso di acqua di acqua nel sottovaso e un tasso di umidità troppo alto del terriccio possono rappresentare un problema per molte piante, come per esempio le acidofile. La radici infatti, affogate nell’acqua in eccesso o inzuppate nella troppa umidità, rischiano di morire per asfissia, di marcire e di dare luogo a malattie fungine (come la Phytophthora cinnamomi). Non dimentichiamo che le spore trovano nell’umidità l’ambiente ideale per svilupparsi. Ovviamente in queste condizioni le radici perdono parte delle loro funzioni e la pianta inizia a manifestare delle fisiopatie.

I sintomi si manifestano con un malessere generale della pianta, che risulta debole, ingiallita e tende a perdere le foglie. Il problema è che spesso attribuiamo il malessere alla mancanza di acqua e innaffiandola andiamo a peggiorare la situazione!

COME PREVENIRE IL PROBLEMA

Per evitare i marciumi radicali dobbiamo seguire poche e semplici regole.

Anzitutto scegliamo sempre dei terricci ben drenanti e specifici per le piante che vogliamo rinvasare. Per esempio per le piante grasse non usiamo substrati universali ma solo quelli specifici per le cactacee: contengono una parte di sabbia proprio per migliorare il drenaggio dell’acqua. Una caratteristica del substrato è la porosità: deve assorbire l’acqua come una spugna, senza creare pozze o acqua stagnante.

Naturalmente dovremo usare l’acqua in modo corretto e irrigare le piante solo quando è necessario. In questo caso un impianto di micro-irrigazione comandato da una centralina aiuta molto a centellinare l’acqua solo quando è necessario; ma anche se irrigate manualmente non sarà impegnativo verificare il tasso di umidità del terreno, immergendo un dito, prima di bagnare. Inoltre ricordiamoci di svuotare i sottovasi dopo 10/15 minuti dall’irrigazione.

Anche il controllo periodico delle piante ci permetterà di diagnosticare tempestivamente il problema alla prima manifestazione: scostiamo il terriccio vicino al colletto della pianta e verifichiamo l’assenza di spore biancastre e del tipico odore di fungo.

Per sfavorire l’insorgere di batteri e funghi e favorire la cicatrizzazione delle ferite delle piante colpite da antagonisti, è consigliabile l’utilizzo preventivo della Propoli, un prodotto corroborante e utile alla crescita della pianta.

COME RISOLVERE IL PROBLEMA

Avete esagerato con l’acqua? Avete lasciato la pianta inzuppata nel sottovaso o nel coprivaso? Avete notato delle tracce di spore vicino al colletto della pianta o sul terriccio? Vi sembra che il terriccio non assorba correttamente l’acqua o sia poco poroso?

Anzitutto dovremo rinvasare la pianta per eliminare il vecchio terriccio e sostituirlo con un substrato specifico per la pianta che stiamo trattando. Oltre a essere esausto e umido, il vecchio terriccio potrebbe contenere delle spore o patogeni: non usatelo per altre piante o per il cumulo e gettatelo nei rifiuti.

Per diminuire l’umidità del substrato e creare un ambiente non adatto allo sviluppo di funghi, possiamo utilizzare la polvere di roccia , una soluzione naturale che ha la caratteristica di “asciugare” il terreno, come il Caolino o la Zeolite. Si può utilizzare anche a titolo preventivo.

Se la malattia fungine fosse invece estesa, possiamo utilizzare un fungicida sistemico. In caso di arbusti aromatici o piante da frutto meglio ricorrere a fungicidi consentiti in agricoltura biologica.

In seguito limitate l’apporto idrico finché la pianta non si sarà ripresa e sostenete il suo recupero con un fertilizzante specifico (per piante verdi oppure fiorite, acidofile, cactacee, ecc.) e un corroborante.

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