Il giardinaggio biologico è una tendenza sempre seguita da molti hobbisti italiani. Motivata sia dal desiderio di tutelare l’ambiente ma soprattutto dalla volontà di portare in tavola degli ortaggi coltivati in modo naturale nel proprio orto.

La decisione di non usare concimi e antiparassitari di sintesi comporta però l’adozione di una serie di tecniche colturali e di soluzioni capaci, per esempio, di prevenire l’attacco di parassiti.

GIARDINAGGIO BIOLOGICO: SCEGLI LE COLTURE ADATTE AL TUO CLIMA

Sole, precipitazioni, temperature, lunghezza delle stagioni, esposizione sono fattori essenziali che condizionano lo sviluppo ottimale delle piante. L’Italia è nella fascia climatica Mediterranea ed include zone molto diverse. In pratica si riconoscono 6 differenti aree climatiche caratterizzate da altrettanti tipi di vegetazione.

Se le esigenze della pianta che seminiamo o piantumiamo saranno coerenti con il territorio, porremo le basi ottimali per il corretto sviluppo e la minima necessità di cure.

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GLI AMMENDANTI: COME MIGLIORARE LA QUALITA’ DEL SUOLO

Il suolo è la riserva vivente degli elementi nutritivi necessari alla pianta. Il suolo ideale è soffice, trattiene la giusta umidità a contatto con le radici eliminando quella in eccesso. La sua acidità (pH) deve essere neutra o leggermente acida.

In pratica, se ci sono dei difetti da correggere (per esempio: suolo troppo acido o calcareo, povero in sostanza organica, eccessivamente sabbioso, ecc.) diventa indispensabile apportare ogni anno degli ammendanti.

Mantenuto soffice, aerato e arricchito, il giardino sarà in grado di accogliere con successo le semine e i trapianti.

Gli ammendanti sono dei particolari terricci a base di matrici organiche addizionate a materiali vegetali compostati ad elevato grado di umificazione. Durante le fasi di lavorazione profonda del giardino (vangatura, preparazione delle buche di trapianto, ecc.) o durante la preparazione del letto di semina, vanno incorporati nel suolo: circa 15-20 litri ogni 10 mq.

LA CONSOCIAZIONE DELLE COLTURE

Soprattutto per l’orto la regola è di non coltivare mai per due anni di seguito lo stesso ortaggio nella medesima parcella di terreno. Così facendo, eviteremo la diffusione di parassiti o le malattie che attaccano la stessa specie o famiglia di piante.

Inoltre, dato che ciascuna specie asporta in prevalenza nutrienti specifici, eviteremo di impoverirne il suolo.

Nell’orto e nel giardino i fiori possono aiutarci in modo attivo. Il Nasturzio attira gli Afidi, di conseguenza eviteremo che vadano su fagioli, zucche, zucchine e insalate. I Tagetes (Garofano d’India) sono dei repellenti naturali nei confronti di Afidi, Mosche bianche e Altiche. La Lavanda sviluppa un profumo così intenso che è repulsivo per Formiche, Limacce e Lumache e anche per gli Afidi della Rosa.

Seminando in coltura intercalare alcune specie di Rafani libereremo il terreno dai Nematodi. Se invece abbiamo un piccolo vigneto potremo utilizzare alcuni arbusti di Rosa per segnalare l’arrivo dell’Oidio e trattare prima che l’infezione si diffonda.

Ovviamente le piante “esca” vanno collocate nelle immediate vicinanze di quelle che vogliamo difendere. La corretta gestione della flora spontanea ci aiuta inoltre a favorire la massima impollinazione del frutteto famigliare.

Sfalciando le erbe selvatiche riduciamo alcune fioriture molto appetite (per esempio il Tarassaco) e incentiveremo insetti impollinatori come api e bombi a visitare più assiduamente i fiori del frutteto. È però fondamentale scegliere il momento dello sfalcio; se interveniamo quando i fiori sono già aperti o nei momenti centrali della giornata potremmo danneggiare le api. Meglio agire prima che si aprano i fiori o, se sono già aperti, alla sera.

I CONCIMI NATURALI

Per nutrirsi le piante traggono gli alimenti dal suolo. Ma a poco a poco le risorse tendono ad esaurirsi. L’apporto regolare di concime è perciò necessario per ricostituire la riserva nutritiva del terreno e farle crescere forti. Questo lo sanno anche i parassiti che preferiscono attaccare le piante più deboli e stentate.

Ogni specie ha esigenze nutritive diverse. È perciò importante che ciascuna coltura riceva il giusto nutrimento nel momento del reale bisogno. Seguire le etichette e i consigli d’uso aiuta a concimare in modo razionale.

Alcuni malesseri della pianta devono essere colti rapidamente, per porvi rimedio, prima che la pianta venga attaccata dai parassiti.

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Possiamo trovare concimi naturali in forma sia liquida sia granulare.

I fertilizzanti liquidi sono indicati per le piante coltivate in vaso. Nei concimi Naturen, consentiti in agricoltura biologica, gli elementi nutritivi sono integralmente estratti da Borlanda di Barbabietola il cui Azoto è particolarmente pregiato in quanto a rilascio graduale. La pianta assorbe gli elementi disponibili solo secondo il proprio fabbisogno evitando i danni da eccessiva crescita. Nell’ambiente vengono ridotte le perdite per lisciviazione. L’elevato contenuto di Potassio favorisce la sapidità del raccolto, la colorazione dei frutti e la robustezza dei tessuti.

I concimi liquidi naturali vanno aggiunti all’acqua per l’irrigazione 1 volta alla settimana, rispettando i dosaggi indicati sulla confezione.

Sempre per le piante in vaso sono molto utili i bastoncini nutritivi organici: è sufficiente infilare lo stick nel terreno del vaso per fornire un nutrimento alla pianta per 8 settimane.

I concimi granulari naturali racchiudono gli elementi nutritivi all’interno di granuli, che si sciolgono nel terreno in modo graduale ed equilibrato con il passare del tempo. In questo modo soddisfano le esigenze della pianta per 3 mesi.

Oltre ai concimi granulari naturali specifici per le principali specie di piante (frutteto, orto e aromatiche, agrumi e mediterranee, rose e arbusti da fiore) possiamo ricorrere anche al corno torrefatto e al sangue secco.

Il corno torrefatto è un concime granulare 100% organico di origine animale. È ideale per la concimazione di impianto di alberi e arbusti da frutto e ornamentali, tappeti erbosi e ortaggi.

Il sangue secco è un concime granulare 100% organico di origine animale ad alto contenuto di Azoto. Ideale per la concimazione di copertura degli ortaggi, cespugli ornamentali e anche tappeti erbosi. Ha un’azione rapida e sufficientemente duratura che si traduce in una sferzata di energia per la pianta.

IL COMPOSTAGGIO DOMESTICO

Con il compostaggio riproduciamo in forma controllata e accelerata i processi naturali che trasformano la sostanza organica in humus. Gli scarti verdi del giardino e della casa costituiscono la materia di base da introdurre nel compostatore.

Il prodotto che si ottiene è il compost verde che è un fertilizzante naturale ad alto contenuto in humus che migliora la qualità e la fertilità del suolo.

Tutti i rifiuti contenenti materiali organici di origine vegetale possono essere usati per fare compost: sfalci d’erba (esclusi i 2-3 tagli successivi all’applicazione di un erbicida), bucce di verdura, cimature di ortaggi e fiori, foglie secche, potature di legno, lettiere di conigli, piccioni e volatili.

Nel compostatore non vanno introdotti scarti di piante malate o marce perché si rischia di propagare l’infezione e i rifiuti non completamente biodegradabili o contaminati da sostanze pericolose.

È controindicato aggiungere i residui di carne o di grasso nel compost. Evitare di formare grossi cumuli, scegliere una zona ombreggiata e al riparo dal vento (rischio di disidratazione) e dalla pioggia (rischio lisciviazione).

Gli attivatori di compostaggio favoriscono il naturale sviluppo dei microrganismi che presiedono la trasformazione dei vegetali in compost. Crea le condizioni per una perfetta fermentazione aerobica della massa, consente di accelerare i tempi di compostaggio ed evita la formazione di odori sgradevoli.

ECONOMIZZARE L’ACQUA

L’irrigazione è una pratica irrinunciabile per mantenere bene l’orto o il giardino.

Per risparmiare acqua non esiste un’unica soluzione, ma un insieme di strategie che, se integrate tra loro, permettono di ridurre i consumi senza rinunciare ai risultati. Le diverse vie di risparmio possono orientativamente rientrare in 5 grandi categorie:

  • accorgimenti colturali e tecniche di aridocoltura: privilegiare le piante o le varietà autoctone e rustiche che meglio si adattano al nostro ambiente; all’impianto lavorare il terreno profondamente per migliorare la capacità d’accumulo e conservazione dell’acqua; durante la stagione di crescita lavorare frequentemente il terreno in superficie con sarchiature per interrompere la risalita capillare dell’acqua.
  • scelta della tempistica e del volume di irrigazione: per una irrigazione efficiente e senza sprechi occorre saper individuare quando la pianta richiede acqua e in quale quantità. L’obiettivo è creare la giusta umidità nello strato di terreno occupato dalle radici. Volumi ridotti porteranno a una bassa efficienza dell’irrigazione, volumi abbondanti a spreco d’acqua che scorre via. In questo ultimo caso si può associare un inquinamento da fertilizzanti o altri elementi dilavati dal suolo nelle falde.
  • verificare l’efficienza dell’irrigazione e se l’acqua raggiunge le radici: a distanza di 3-4 ore dall’irrigazione aprire con la vanga una trincea profonda 15-25 cm in corrispondenza del limite di proiezione della chioma sul terreno. Se il profilo del suolo si presenterà omogeneamente umido (ma non inzuppato) avremo raggiunto lo scopo. In caso contrario dovremo ridurre o aumentare i tempi di somministrazione sino a ottenere il risultato voluto.
  • scelta e miglior uso del sistema irriguo: la scelta del metodo e del sistema d’irrigazione più idoneo è la conseguenza di una serie di riflessioni agronomiche e ambientali. Disponibilità e costi dell’acqua, tipo di terreno e di piante, uso del giardino, praticità di gestione, disponibilità di tempo ecc. Sistemi tubati in pressione, come l’aspersione o la goccia, consentono di risparmiare oltre il 30% dell’acqua. Attenzione però: errori di programmazione della centralina nella scelta dei tempi e dei volumi irrigui, irrigatori non omogeneamente posizionati e gocciolatori di qualità mediocre o parzialmente ostruiti, vanificano il vantaggio sperato e spesso creano danni.
  • recupero e riuso delle acque: l’acqua piovana non costa nulla ed è gradita dai vegetali più di quanto lo sia quella del rubinetto o del pozzo. Creare invasi o contenitori adatti a raccoglierla ed immagazzinarla durante le precipitazioni estive, è un grande risparmio. Se non la consumiamo entro 8 giorni, ricordiamoci però di aggiungere appositi prodotti larvicidi per evitare che il contenitore diventi un habitat ideale per le zanzare.

LA LOTTA NATURALE AI PARASSITI

Qui nascono i problemi maggiori poiché gli antiparassitari di sintesi sono effettivamente molto efficaci in caso di una invasione di parassiti. Il giardinaggio biologico deve quindi prevedere una serie di azioni preventive per evitare e limitare al massimo il pericolo di contagio.

Il primo passo parte dalla conoscenza degli insetti. Il ciclo di vita inizia dallo stadio di uovo. Dalla schiusa dell’uovo nasce una larva che, attraverso successive mute, diventa un insetto adulto in grado di deporre nuove uova. L’adulto può essere molto diverso dalla sua larva (per esempio pensiamo al bruco e alla farfalla) o somigliargli parecchio (per esempio gli afidi).

Spesso è solo la larva che danneggia le piante (torna l’esempio dei bruchi di farfalla), ma a volte gli adulti possono essere dannosi quanto le loro larve (per esempio la Dorifora).

Le larve e gli adulti non si combattono in modo uguale.

È utile inoltre saper suddividere gli insetti in due macro categorie: quelli che divorano il fogliame o provocano gallerie negli steli (come per esempio la Dorifora e i lepidotteri minatori) e gli insetti che si nutrono succhiando la linfa pungendo le foglie, gli steli o i frutti (per esempio la mosca bianca, le cocciniglie e gli afidi).

Focalizzando bene questi elementi potremo così scegliere se è meglio intervenire con prodotti che agiscono per contatto oppure per ingestione, sistemico o di copertura, ad azione repulsiva, ecc.

La lotta biologica inizia quindi con la prevenzione, da effettuare in autunno e inverno, attraverso l’uso di corroboranti, come per esempio il Sapone Molle per togliere la melata ed eliminare le uova e le larve svernanti. Tra dicembre e febbraio possiamo usare delle Trappole Adesive per rilevare la presenza degli insetti e in parte catturarli. Duranti i mesi più caldi, se necessario, possiamo utilizzare degli strumenti di protezione, come l’Estratto d’Ortica e gli insetticidi consentiti in agricoltura biologica.

Questo è per esempio un programma di lotta contro gli Afidi. Piccoli insetti di forma globosa che, a seconda delle specie, possono essere di diverso colore. Proliferano in colonie di numerosi individui sugli steli, germogli e sulla pagina inferiore delle foglie. Succhiano la linfa indebolendo la pianta sino al disseccamento. Producono una sostanza zuccherina e appiccicosa, detta melata, che attira le formiche e che, aggredita da muffe, diventa nera (Fumaggine).

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Questo invece è il programma di lotta contro le Cocciniglie. Piccoli insetti apodi (senza zampe) e senza antenne che, a seconda del tipo, sono di colore grigio, biancastro o bruno. Prosperano in colonie numerose e possono avere la forma di piccoli scudetti, sacchetti o ammassi cotonosi aderenti alla foglia, ai giovani germogli o anche ai frutti e sui rametti. Vivono succhiando la linfa della pianta debilitandola sino a provocarne il completo disseccamento.

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