Scegliere un terriccio giusto e di buona qualità è un aspetto molto importante per la crescita corretta delle nostre piante. Spesso invece acquistiamo dei terricci scadenti, talvolta attratti da un prezzo molto basso, magari per coltivare piante che hanno un valore di decine o centinaia di euro: niente di più sbagliato!

SCEGLIERE UN TERRICCIO: COSA SONO I SUBSTRATI DI COLTIVAZIONE

Il terriccio, più correttamente chiamato “substrato di coltivazione”, è invece un componente fondamentalmente per la crescita rigogliosa delle nostre piante, poiché sarà il principale habitat in cui si svilupperanno le radici e da cui trarranno le risorse nutrizionali indispensabili per vegetare, fiorire e fruttificare.

Tecnicamente viene definito come un “materiale sostitutivo del suolo” adatto per lo sviluppo delle piante e in particolare deve garantire tre caratteristiche fondamentali: trattenere l’acqua senza favorirne marciumi, fornire i nutrienti alle piante (almeno nel periodo iniziale) e mantenere le sue proprietà nel corso del tempo.

In particolare un terriccio deve avere:

  • un pH idoneo a ogni specifico impiego (le acidofile hanno esigenze diverse dai Pomodori);
  • una capacità di scambio cationico ideale, affinché possano essere ceduti elementi nutritivi e sali minerali nel corso del tempo;
  • una porosità idonea a garantire la circolazione dell’aria attorno alle radici;
  • una ritenzione idrica adeguata al tipo di piante coltivate (i Cactus hanno esigenze diverse dai Gerani) per garantire la giusta disponibilità di acqua nel tempo;
  • una salinità idonea, nel tempo, allo sviluppo delle piante;
  • sostanza organica per dare struttura al substrato.

COSA C’ È DENTRO UN SACCO DI TERRICCIO?

I substrati di coltivazione che troviamo in commercio non contengono un solo elemento, ma sono in realtà un cocktail di sostanze, poiché alcuni tipi di piante hanno esigenze particolari e differenti dalle altre colture. È il caso, per esempio, delle piante acidofile che richiedono un pH inferiore, delle piante grasse che hanno bisogno di un terriccio molto drenante con una buona parte di sabbia, oppure le orchidee che hanno bisogno un substrato a base di corteccia.

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L’elemento base di ogni terriccio è la torba che ha caratteristiche di sofficità, capacità di trattenere l’acqua e rilasciarla gradualmente e stabilità nel tempo che non hanno eguali con altri materiali. Altri elementi utilizzati per arricchire un terriccio sono i concimi, la sabbia silicea, la corteccia, l’argilla, la pomice, il lapillo, gli ammendanti vegetali maturi, lo stallatico, ecc.

La torba, disponibile in diverse varietà come la torba bionda o quella nera, è una sostanza organica figlia della decomposizione, da parte dei batteri, di intere foreste sepolte milioni di anni fa a causa dei tanti cataclismi che hanno contraddistinto la storia del nostro pianeta. Ha un pH basso e riesce a trattenere l’acqua fino a 8 volte il suo peso: due caratteristiche molto utili per la coltivazione delle piante in vaso.

ATTENZIONE AL FAI DA TE

In alcuni siti dedicati al giardinaggio possiamo trovare “ricette” per realizzare da soli il terriccio per le piante: ma i dosaggi non sono così semplici e il rischio di sbagliare è molto alto, con la conseguenza di avere piante malate o che non crescono come dovrebbero.

Meglio acquistare i terricci disponibili in commercio, che sono calibrati in modo scientifico e industriale per ogni tipo di pianta: orto, acidofile, piante da fiore, piante verdi d’appartamento, orchidee, cactus, prato, agrumi, ecc. Inoltre le torbe sono un elemento “vivo” e la loro composizione può variare continuamente: le industrie specializzate monitorano in tutte le fasi di produzione pH e conducibilità elettrica, affinché rientrino nei parametri ritenuti idonei alla specifica coltura d’impiego del substrato.