È una domanda che si pongono in molti: possono rifiorire le Orchidee che coltiviamo in casa? La risposta è sì, a patto di rispettare le buone regole di coltivazione di queste particolari piante.

È bene sempre precisare che dietro il termine “Orchidea” ci sono in realtà molte varietà: la più comune è la Phalaenopsis, ma nei centri giardinaggio possiamo facilmente trovare anche l’Oncidium, il Cymbidium, la Cambria, il Dendrobium, la Masdevallia, il Paphiopedilum, la Brassavola, la Cattleya, l’Epidendrum o la Miltonia. Non è un dato di poco conto poiché, oltre alle forme differenti dei fiori, le diverse varietà pretendono temperature di coltivazione non esattamente uguali. Per esempio la Phalaenopsis resiste a una temperatura massima di 32°C e minima di 15°C, mentre Cymbidium, Masdevallia, Miltonia e Oncidium tollerano una massima di 27°C e una minima di 10°C. Quindi è importante conoscere il tipo di Orchidea che abbiamo in casa per determinare il giusto clima.

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In generale possiamo dire che tutte le Orchidee richiedono temperature miti e molta luce per poter fiorire, ma mai diretta poiché i raggi solari possono ustionare i fiori delicati. Il luogo migliore per posizionare un’Orchidea è vicino a una finestra ma protetta da una tenda leggera, che faccia passare la luce ma filtri i raggi diretti. Inoltre tutte le Orchidee richiedono un’umidità ambientale del 60/70%, quindi non devono essere poste vicino a fonti di calore, come i termosifoni. Per la stessa ragione è bene vaporizzare le foglie con acqua (senza calcare) periodicamente.

Un altro aspetto importante per una corretta coltivazione delle Orchidee è la concimazione. È quindi importante aiutare la pianta con un fertilizzante liquido specifico per Orchidee da aggiungere all’acqua di irrigazione. Oppure possiamo ricorrere a un integratore per Orchidee: si tratta di un piccolo flacone da inserire capovolto nel substrato, che rilascia gradualmente le sostanze nutritive e fornisce i nutrienti in modo bilanciato per 15 giorni.

Come far rifiorire le Orchidee: il segreto è nel mix tra luce e temperatura

Quando acquistiamo un’Orchidea in un centro giardinaggio è ricca di fiori, che perdurano sulla pianta anche per molti mesi. Ma quando i fiori cadono rimangono solo gli steli e le foglie e molti hanno difficoltà a farla rifiorire.

In realtà per stimolare la rifioritura delle Orchidee ci sono due fattori che non possiamo sottovalutare: la luce e la temperatura, in particolare lo sbalzo termico.

La luce è fondamentale per stimolare la creazione di ripartenze e nuovi steli. Come abbiamo detto i raggi solari non devono essere diretti, ma la pianta deve essere posizionata nella zona più illuminata della casa.

Il vero choc stimolante per rifiorire le Orchidee si ottiene con uno sbalzo termico tra il giorno e la notte, che è differente a seconda della varietà. Come abbiamo visto precedentemente ogni varietà di Orchidea ha diverse esigenze climatiche.

Per la Phalaenopsis, per esempio, è necessario uno sbalzo termico di almeno 7/10°C. Per stimolare la rifioritura possiamo quindi posizionare sul terrazzo la pianta durante la notte, avendo cura di riportarla in casa alla mattina: facendo in modo che si verifichi uno sbalzo termico di 7/10°C. Ripetete questa operazione per alcuni giorni, finché non vedrete spuntare dalla base del fusto gli apici dei nuovi steli. Attenzione però alle temperature minime notturne, che non devono essere più basse rispetto a quelle che la pianta può sopportare: la tabella qui sotto vi può aiutare.

curare le Orchidee