Eliminare le Tignole e le Tignolette dalla vite è importante poiché si tratta di due parassiti tra i più pericolosi per questa pianta.

La Tignola (Eupoecilia ambiguella) e la Tignoletta (Lobesia botrana) sono due lepidotteri considerati una delle maggiori minacce dai coltivatori di viti, per via della loro rapidità riproduttiva e della loro voracità. Sono due specie di lepidottero molto simili e pericolose, ma con alcune caratteristiche differenti.

Entrambe si nutrono non solo di fiori e frutti delle viti, ma anche di ogni pianta da bacca ed è facile che la Tignoletta possa attaccare anche gli arbusti di Ribes, Olivi o altre piante spontanee per nutrirsi dei loro frutti.

Sono differenti gli ambienti nei quali le due specie possono prosperare: mentre la Tignola, più resistente al freddo, prospera nelle regioni del nord Italia, è più facile trovare la Tignoletta nei luoghi caldi del centro-sud.

ELIMINARE LE TIGNOLE E LE TIGNOLETTE DALLA VITE: IMPARIAMO A RICONOSCERLE

È possibile riconoscere Tignola e Tignoletta dalle caratteristiche fisiche dei loro vari stadi di sviluppo: le uova sono di colore giallastro, ma quelle della Tignola si scuriscono prima di schiudersi. Mentre le larve della Tignola sono rossastre con la piccola testa nera, quelle della Tignoletta sono di un verde opaco. Nella forma adulta la Tignola è grande dai 10 ai 12 mm ed è riconoscibile per le ali anteriori giallastre tagliate da una banda scura trasversale, la Tignoletta è invece poco più piccina e ha le ali anteriori tinte di sfumature marmoree.

Lo sviluppo delle due specie è simile: in primavera le farfalle di Tignola e Tignoletta depongono le loro uova al centro dei fiori e, tra aprile e maggio, da esse, nascono le larve delle generazioni antofaghe che si nutrono dei petali dei fiori e, dopo nove o dieci giorni, entrano in fase di pupa, per mutare poi in farfalle.

Questi esemplari adulti, che spiccano il volo tra giugno e luglio, depongono le uova di una seconda generazione carpofaga: disposte sugli acini dei grappoli in fase di maturazione, le larve si nutrono della polpa e del succo dell’acino, fino a disseccarlo. Verso la fine dell’estate, e in alcuni casi fino ad autunno inoltrato, questa seconda generazione muta nelle crisalidi che potranno superare l’inverno, per deporre le loro uova nella primavera successiva.

QUALI DANNI PROVOCANO

I danni che Tignole e Tignolette possono provocare sulle piante infette possono devastare un intero raccolto: una sola larva antofaga può distruggere durante la sua vita dai 50 ai 60 fiori e una larva carpofaga fino a 20 acini. Gli acini colpiti possono inoltre essere un facile bersaglio per funghi come la botrite e l’aspergillus, che possono infettare tutta la pianta.

COME RISOLVERE IL PROBLEMA

I modi per controllare e combattere la diffusione della Tignola e della Tignoletta possono essere di diverso tipo. Nelle produzioni intensive spesso ricorrono a rimedi naturali, come la coltivazione di alcuni tipi di batteri o di insetti predatori.

Per risolvere il problema in modo certo, possiamo utilizzare un insetticida sistemico di origine naturale che agisce per contatto diretto e ingestione sugli stadi giovanili degli insetti e possiede una azione disappetente e repellente. È sufficiente spruzzare le piante nell’ultima decade di giugno irrorando con cura i grappoli.