Coltivare la Tamerice (Tamarix) è una tradizione del nostro Mediterraneo, ma anche delle coste indiane e cinesi. Si tratta di una pianta arbustiva e fa parte della famiglia delle Tamaricaceae che comprende decine di specie di alberi e arbusti tutti caratterizzati dalle lunghe spighe di piccoli fiori rosacei, che sbocciano in estate e ricordano i fiori del ciliegio, come il tronco nodoso, di colore simile al bordeaux.

COLTIVARE LA TAMERICE: UNA PIANTA MOLTO RESISTENTE

La Tamerice ama ambienti con climi caldi e soleggiati ed è ottima per essere coltivata in ambienti costieri, sia per la sua buona resistenza all’aria salmastra, sia per la sua adattabilità ai venti. Per la sua rusticità, e la sua resistenza al freddo e allo smog, può essere coltivata anche in aree del centro-nord come la Pianura Padana, tenendo però conto della sua debolezza di fronte agli sbalzi di temperatura improvvisi e alle gelate tardive.

Il periodo ideale per mettere a dimora la Tamerice in giardino è tra l’autunno e l’inverno, in un terreno ben drenato, meglio se leggermente acido, che può anche essere miscelato a della sabbia per risultare più asciutto. Misceliamo alla terra un concime granulare a lenta cessione, che andrà rinnovato due o tre volte all’anno.

Le piante giovani vanno innaffiate frequentemente, ma dopo i primi due anni di crescita può essere sufficiente innaffiare solo nei periodi di siccità intensa e lasciare il resto dei giorni alla cura delle piogge stagionali. Abituata ai secchi ambienti marini, la pianta della Tamerice non ha bisogno di molte innaffiature per crescere; le loro lunghe radici possono penetrare nel terreno fino ad esplorare le riserve d’acqua più nascoste.

Alla fine della fioritura, per la Tamerice è il periodo di una potatura vigorosa, che possa rimuovere i rami secchi per rinvigorire e infittire la crescita delle fronde.

Una stagione eccessivamente umida può favorire la crescita di malattie fungine come l’Oidio, che può rovinare i rami della pianta, aiutata dall’attacco di larve, anch’esse ghiotte della polpa legnosa, di Metcalfa e di Cossus cossus, principali nemici della pianta.