Coltivare il Paphiopedilum è facile e un buon motivo per farlo è la sua originale infiorescenza, da cui prende il nome. Paphiopedilum deriva infatti da Paphos, città di Cipro legata alla nascita di Venere, e Pedilon che significa pantofola. Il nome “Pantofola di Venere” gli è stato attribuito alla particolare forma del fiore del Paphiopedilum che, in effetti, sembra proprio una ciabatta!

Il Paphiopedilum è un genere di piante appartenenti alla grande famiglia delle Orchidee (Orchidacee) originaria dell’Asia e dell’Oceano Pacifico.

Anche le foglie sono molto decorative, sono lunghe e slanciate e partono direttamente dal rizoma. Su uno stelo fiorisce solo un fiore ma è di grandi dimensioni: fino a 30 cm! Inoltre rimane sulla pianta per almeno due mesi.

Dove coltivare il Paphiopedilum

Non tollera il freddo sotto i 10°C e non ama il caldo troppo intenso, sopra i 27°C. I nostri appartamenti, con una temperatura controllata tutto l’anno, sono il luogo ideale per coltivare il Paphiopedilum. Le varietà con foglie maculate sono ancora meno resistenti al freddo.

Durante il periodo di vegetativo ha bisogno una buona luminosità ma senza raggi solari diretti. In inverno invece dovremo ridurre la temperatura notturna per stimolare la fioritura: a partire da ottobre manteniamo la pianta intorno ai 14°C durante la notte. Altrimenti non fiorirà.

Come irrigare il Paphiopedilum

Va irrigata regolarmente come tutte le Orchidee. I “puristi” dicono che in natura le Orchidee vengono bagnate dalle piogge e quindi vanno irrigate dall’alto. Per la coltivazione in casa vi suggeriamo la tecnica per immersione, altrettanto valida e molto più semplice da gestire in appartamento.

Per maggiori informazioni sull’irrigazione delle Orchidee leggi questo articolo!

Quando rinvasare il Paphiopedilum

È buona norma sostituire ogni anno il terriccio delle Orchidee, utilizzando sempre un substrato specifico per questo tipo di piante. Si tratta di un mix di torba bionda e corteccia che assicura una elevatissima capacità drenante ed evita ristagni idrici.

Come coltivare il Paphiopedilum: la concimazione

Per concimazione delle Orchidee possiamo optare per un concime liquido o un integratore in flaconi.

Il concime liquido va diluito nell’acqua che usiamo per l’irrigazione per immersione. Lo useremo ogni 15 giorni da marzo a settembre, riducendo a 1 volta al mese da ottobre a febbraio.

Gli integratori in flaconi contengono un concime NPK bilanciato e rilasciano lentamente i nutrienti. In questo modo durano 15 giorni ed è sufficiente sostituirli periodicamente, quando vediamo che il concime è finito. Si può usare tutto l’anno.

Per proteggere le foglie e creare le condizioni ambientali ideali possiamo spruzzare sulle foglie un idratante per Orchidee. Si usa solo sulle foglie e sulle radici, non sui fiori, e i suoi agenti umettanti e idratanti penetrano profondamente nel tessuto vegetale riuscendo a tonificarne la struttura e a favorire i processi di traspirazione anche in presenza di alte temperature. L’uso regolare evita la creazione di macchie di calcare sulle foglie, sopperisce all’insufficiente umidità dell’aria e, rendendo lucide le foglie, ha anche un effetto estetico.